
Filosofia, gioco argomentativo e argument maps

La filosofia è, al suo meglio, gioco argomentativo. Lasciamo perdere se, poi, i filosofi si prendono troppo sul serio!
In un libro di qualche anno fa, Ermanno Bencivenga catalogava i filosofi in tre ideal-tipi: il guardiano della tradizione, il ribelle, lo scettico. Gorgia da Leontini appartiene sicuramente al terzo ideal-tipo del filosofo. Ma se ‘scettico’, scettico rispetto a cosa? Non rispetto alla non esistenza di alcunché (nichilismo ontologico), come spesso si dice.
Io ho sempre visto il suo testo più famoso (almeno tra i filosofi), “Del Non essere o della natura”, come una rivendicazione scettica dell’impossibilità di fondare qualcosa di vero intorno alla realtà, fondandosi solo sul ragionamento a priori: un gioco d’intelligenza e insieme una confutazione della pretesa eleatica di legare “Essere” e “Pensiero”; la pretesa, cioè, che la logica da sola, il ragionamento stringente e costrittivo, a partire da definizioni assunte come evidenti, possano dirci qualcosa di assoluto e vero sulla realtà.
Confutazione che Gorgia ottiene usando proprio i modelli argomentativi di Parmenide, di Zenone e di Melisso, i filosofi “eleatici”, per dimostrare il contrario di ciò che loro pretendevano di avere dimostrato: l’esistenza dell’Essere, infinito (finito), immobile, unico, eterno ecc.